Aline Bernstein

Aline Bernstein fotografia
di Carl Van Vechten del 1933

Aline Bernstein viene spesso ricordata come l’amante di Thomas Wolfe, come succede per tutte le donne associate a personaggi importanti in qualsiasi campo, mettendo così da parte i suoi grandi successi. Nasce il 22 dicembre del 1880 a New York. Figlia dell’attore Joseph Frankau, passa la maggior parte della sua infanzia in tour con il padre, la madre Rebecca Goldsmith e la sorella Ethel. All’età di 11 anni la madre di Aline e Ethel muore a causa di un cancro e solo 5 anni dopo anche il padre, a seguito di un infarto, lasciando la due ragazze sotto la custodia della zia Rachel Goldsmith, proprietaria di una pensione per attori e di diversi parenti che ospitano le due ragazze negli anni successivi, spesso separandole. Le due non avevano una casa fissa ma Aline dice di aver trovato la sua nelle strade del Lower East Side a contatto con la comunità ebraica di cui la sua famiglia faceva parte. Aline Bernstein cresce quindi circondata dal mondo del teatro e matura nel corso della sua adolescenza il sogno di diventare prima un’attrice e poi una pittrice. Grazie all’aiuto di un amico di famiglia riesce ad essere ammessa all’ Hunter College’s School of Fine Art e successivamente alla New York School for Applied Design. Durante gli anni della scuola si avvicina all’artista Robert Henri e sotto la sua guida sviluppa il suo talento. Nel 1902 si sposa con un agente di cambio Theodore Bernstein da cui ha poi avuto due figli. La figlia Elda, nata nel 1906 racconterà poi di essersi sempre sentita distante dalla madre nel corso della sua giovinezza proprio a causa del suo lavoro “mia mamma era veramente felice solo quando lavorava, non era solo qualcosa che faceva per riempire la sua vita ma era la sua vita”. 

È grazie alla sorella che Aline viene iniziata al mondo del teatro come sarta costumista per la Henry Street Settlement House nel Lower East Side guidata da Rita Morgenthau e da Irene e Alice Lewisohn. È un teatro con una direzione completamente femminile (si diceva che nessun uomo non ci avesse mai avuto a che fare se non per comprare un biglietto per gli spettacoli) e anche uno dei primi a New York a realizzare da sè i costumi e gli allestimenti di scena. Aline inizia come sarta costumista e si sposta presto nel campo dell’allestimento. Pochi anni dopo nel 1913 la Henry Street House ha accumulato abbastanza denaro per costruire un teatro permanente che verrà chiamato Neighborhood Playhouse dove la Bernstein continua la sua carriera da costumista partecipando comunque anche alla scenografia di produzioni quali The Little Clay Cart, The Dybbuk del 1925 per cui le sue creazioni

The Dybbuk 1925

vengono descritte come “un quadro di Rembrandt”, e le diverse repliche annuali di Grand Street Follies a partire dal 1923. Aline Bernstein lavora anche come assistente d Norman Bel Geddes per The Miracle on Broadway di Max Reinhardt.

Gli anni ’20 vedono Aline Bernstein principalmente lavorare come sarta nonostante ormai avesse sviluppato il proprio talento come stage designer, anche grazie all’esperienza che aveva acquisito spalleggiando Lee Simonson, un importante scenografo. Questi sono gli anni in cui viaggia il più possibile recandosi in diversi musei e anche in Europa per raccogliere materiali e rendere il suo lavoro più autentico. Solo nel 1926 dopo due anni di richieste e lotte continue divenne la prima donna scenografa ad essere tesserata nel sindacato “Brotherhood of Painters, Decorators and Paper Hangers Local Number 829” iscritta come “fratello Bernstein”. Il tesseramento andava a vantaggio dei designer che in questo modo avevano i pieni diritti sui loro lavori, inoltre, gli veniva assicurato il pagamento degli straordinari. Si tratta di una grande vittoria perché in generale gli scenografi non potettero iscriversi al sindacato fino a pochi anni prima e, quando questo venne permesso, Aline Bernstein ne rimase comunque esclusa in quanto donna.

A partire dal 1925 inizia una relazione fuori dal matrimonio con Thomas Wolfe di 20 anni più piccolo di lei, una relazione passionale e turbolenta che farà cadere Aline in una forte depressione una volta finita cinque anni dopo. Nonostante il marito sapesse della relazione adultera della moglie il loro matrimonio rimase in piedi e i due non si separarono mai. Nel 1928 sotto richiesta di Eva Le Gallienn diventerà la scenografa permanente della Civic Repertory Company. Aline progetta una serie di scenografie con delle parti mobili in modo che potessero essere utilizzate per diversi spettacoli. Nel 1934 metteranno in scena The Children’s Hour

The children’s hour 1934
Herman Shumlin Productions, Vandamm Studio

uno dei primi spettacoli a toccare il tema delle relazioni lesbiche. A partire dal 1937 Aline Bernstein si butta a capofitto in un nuovo progetto insieme a Irene Lewisohn: la creazione di un museo del costume. Affitta un attico sulla 46° strada e inizia a raccogliere abiti da amici, parenti e negozi dell’usato oltre che dai teatri. All’interno del museo era presente anche una libreria, quadri, disegni, modelli e sculture con lo scopo di mostrare meglio ai visitatori le caratteristiche degli abiti delle varie epoche. Nel 1937 il museo venne ingrandito grazie ad una donazione monetaria di Nelson Rockefeller e alla messa a disposizione di una stanza nel Rocketfeller Center da usare proprio come nuovo museo. Solo pochi anni dopo però, la collezione di Aline e Irene venne inserita in quella permanente del Metropolitan Museum of Arts.

Gli anni ’30 sono anche il momento in cui Aline si dedica alla scrittura con la pubblicazione di diversi libri sotto la casa editrice Knopf. In particolare, Three Blue Suits in cui racconta la storia di tre uomini che indossano lo stesso completo blu, il modo in cui viene indossato e accessoriato rispecchia alcuni tratti della personalità di questi uomini. Fu un libro di molto successo che contribuì ad affermarla come costumista. Forse sulla scia di questo successo negli anni ’40 le venne offerto un lavoro come insegnante di costume design al Vassar College che lei acettò.

Il suo ultimo lavoro, la realizzazione dei costumi per The World of Sholom Aleichem, risale al 1953 anno in cui Aline venne colpita da un infarto a cui sopravvisse ma che la lasciò con diverse difficoltà. Visse fino al giorno della sua morte con la sorella Ethel, il marito Theo e la sua domestica Peggy Murphy senza accogliere visitatori. Morì il 7 dicembre 1955. Il suo funerale venne descritto da Peggy come una grande festa esattamente come Aline Bernstein avrebbe desiderato.


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